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Staticità e Totalitarismo (ciò che i Leaders devono conoscere)

Staticità e Totalitarismo (ciò che i Leaders devono conoscere)

Il profitto si sostituisce ai bisogni. Partiamo dal significato di queste due parole: bisogno e profitto per renderci conto di quanto classe dirigente e masse siano tra loro distanti nei bisogni e difficili da conciliare e governare secondo etica e verità. Bisogno significa mancanza di qualcosa di indispensabile. Manslow ha fatto dei bisogni una classifica: fisiologici, di sicurezza, di appartenenza, di autostima e infine di autorealizzazione. Tutti sono incentrati sull’individuo e più alto di questi, in accordo con Freud e con noi, è l’autorealizzazione. Nell’attività economica, profitto significa eccedenza del totale dei ricavi sul totale dei costi e comunemente significa vantaggio. Esso non si riferisce più a ciò che è indispensabile per il singolo ma a un’eccedenza, a un vantaggio che un individuo può acquisire sull’altro ed è conseguente all’interazione tra individui all’interno della società costituita. Ma perché l’interazione possa realizzarsi (ad armi pari) secondo etica e verità, è necessario che a tutti sia data la possibilità di strutturare il proprio sé in libertà e secondo i propri bisogni senza ledere la libertà di autorealizzazione dell’altro. Il vantaggio dovrebbe essere una conseguenza, non un fine, e scaturire dalla soddisfazione dei bisogni propri dell’individuo nel confronto tra le diverse potenzialità. Ma la classe dirigente dell’attuale società non si interessa ai bisogni e, ancor meno, alla realizzazione del sé degli individui che la compongono quanto piuttosto al profitto/vantaggio che Essa può ricavare dagli stessi usandoli come strumenti. Per fare della massa uno strumento, la classe dirigente utilizza la conoscenza che tiene sotto controllo e divulga a suo piacimento. Così è sempre stato nel corso della storia ma la tecnologia dell’informazione che si è sviluppata nella società postindustriale, che produce e vende informazioni, ha ingigantito il fenomeno e le sue conseguenze. Le nuove gerarchie di potere, di ricchezza, di dominio sono definite dalla produzione e vendita delle informazioni. Questo controllo dà origine, da un lato, ad una società totalitaria, in cui il potere è nelle mani di un gruppo dominante che impedisce qualsiasi controllo democratico e, allo stesso tempo, statica senza possibilità di sviluppo o modificazione; dall’altro è causa di nuovi conflitti umani e sociali. Le nuove tecnologie, lo sviluppo dell’informatica insieme all’uso di una lingua comune che veicola le informazioni, costituiscono uno dei fattori principali di quella integrazione economica e finanziaria a livello mondiale che oggi viene definita globalizzazione; la globalizzazione è, perciò, basata sul profitto. La dimensione globale dei mercati finanziari offre grandi possibilità di espansione, decentramento della produzione dove il costo del lavoro è più basso determinando, tra l’altro, drammatiche forme di sfruttamento soprattutto minorile. “La crescente consapevolezza di una dimensione globale dei problemi relativi al governo dell’economia fu all’origine, da un lato, di una nuova forma di coordinamento tra le maggiori potenze industriali; dall’altro, successivamente, di un movimento di protesta transnazionale (no global) in nome della difesa delle identità locali e di una più equa distribuzione delle ricchezze. Si sono create, così, aree di popolazioni ricche e aree di popolazioni povere, che hanno incrementato flussi migratori e dato origine a società multietniche. Questo fenomeno costituisce per le economie e per le opinioni pubbliche dei paesi industrializzati un problema di non facile soluzione che ha dato luogo a reazioni di segno diverso. Da un lato, la tendenza a cogliere gli aspetti positivi dell’immigrazione, dall’altro, il fenomeno migratorio ha suscitato reazioni di ansia e di ripulsa (xenofobia o razzismo). Lo stesso fenomeno per i paesi “colonizzati” non industrializzati ha portato ad una forte restrizione della libertà di autorealizzazione dell’individuo, poca attenzione alla loro realtà culturale, economica e religiosa. Gli equilibri sia dei paesi industrializzati sia di quelli non industrializzati sono stati alterati accentuando per reazione, la tendenza alla riscoperta e alla difesa gelosa delle identità nazionali e religiose, già alimentata dalla caduta dei grandi sistemi ideologici. L’impatto congiunto della globalizzazione e del multiculturalismo da un lato spinge verso la creazione e il potenziamento di entità sovranazionali (unione europea), dall’altro lascia spazio all’esplodere dei micro nazionalismi, localismi, separatismi e dei fondamentalismi, causa prima di tensioni e di conflitti nel mondo contemporaneo.

Gli studiosi affermano1 che il riferimento culturale fondamentale più sentito resta ancora quello religioso per la maggior parte dei popoli del pianeta (bisogno di appartenenza). Il declino previsto delle credenze e delle pratiche religiose in una civiltà sempre più segnata dai processi di secolarizzazione è stato smentito. Noi intendiamo spiegare questo fenomeno prendendo in considerazione il suggerimento metodologico innovativo di Freud interpretato secondo la teoria biologica della mente.

In “Psicologia delle masse”, per comprendere la trasformazione psichica del singolo all’interno della massa, Freud cerca di dare una spiegazione relativa a suggestione e libido. Mentre arriva a definire libido in termini neutri come legami emotivi, non riesce, invece, a definire la natura di suggestione (“ossia circa le condizioni in cui si producono influssi privi di fondamento logico sufficiente”) e rimanda a un ulteriore ricerca che tuttavia Egli non riuscì mai a portare a termine.

Freud costruisce comunque la sua ipotesi sulla psicologia delle masse basandosi su due idee principali:

  1. la massa viene tenuta insieme da qualche potenza, che Egli identifica in Eros;
  2. il singolo rinuncia al proprio modo di essere personale e si lascia suggestionare dagli altri.

Noi riformuliamo l’ipotesi di Freud secondo la teoria biologica della mente nei termini sotto riportati e la consideriamo vera e utile a dimostrare che società e individuo seguono lo stesso processo cognitivo psicologico.

  1. la massa viene tenuta insieme da una potenza; la potenza è per noi il processo mentale/la struttura del sé che, in tutti, è regolato dalle stesse leggi e per questo rende possibile la suggestione1. La nostra teoria fornisce la dilucidazione (passaggio dall’oggettivo al soggettivo) che auspicava Freud e nello stesso tempo fornisce le basi biologiche della coscienza che Gerard M. Edelman riteneva necessarie affinché la psicologia potesse diventare una scienza.
  2. Il singolo rinuncia al proprio modo di essere soggettivo/personale e si lascia suggestionare dagli altri perché con gli altri condivide la stessa motivazione/bisogno/legame affettivo, culturale religioso.

Quindi, alla base della psicologia delle masse, ci sono due principi che governano sia lo sviluppo della società sia lo sviluppo dell’individuo:

  • il processo cognitivo/struttura del sé/conoscenza,
  • la motivazione che determina la risposta cognitiva comportamentale.

Perciò se la classe dirigente riesce a mantenere una coerente correlazione tra conoscenza consapevole e motivazione a livello individuale e sociale, avremo equilibrio e benessere, altrimenti conflitti e disagi saranno inevitabili.

Ciò premesso vediamo perché il riferimento culturale più sentito resta ancora quello religioso. Come abbiamo visto, la logica dell’attuale società tecnologica è la logica formale che lascia fuori l’acquisizione delle informazioni attraverso l’esperienza personale/soggettiva consapevole (il passaggio dall’oggettivo al soggettivo). La classe dirigente non vuole un individuo consapevole dei suoi reali bisogni ma un individuo (strumento) che segua “l’onda” guidato/motivato da legami affettivi. Proprio su questi ultimi l’attuale società fonda la sua struttura. Sull’onda emotiva sollecitata, la classe dirigente inserisce in coerenza e coesione informazioni utili ai propri bisogni per raggiungere il profitto; cioè attraverso un legame emotivo induce l’individuo a dare una risposta/comportamento che la classe dirigente attualmente desidera. Riesce a fare questo attraverso la conoscenza della psicologia tradizionale e la divulgazione dell’informazione per mezzo di attrezzi tecnologici. Riassumendo:

  1. La logica formale tiene fuori l’esperienza soggettiva consapevole.
  2. La classe dirigente sollecita l’onda emotiva/motivazione attraverso la pubblicità ecc.
  3. La risposta che ne segue perde di soggettività mentre soddisfa i bisogni della classe dirigente.

Nel libro sopra citato, Freud fa riferimento a due masse artificiali (per salvaguardarle dalla dissoluzione e per impedire modificazioni della loro struttura viene cioè impiegata una certa coercizione esterna): l’esercito e la chiesa.  “nella chiesa come nell’esercito, pur differenti che siano sotto altri aspetti queste due istituzioni, vige la medesima illusione, in base alla quale esiste un capo supremo – nella chiesa cattolica il Cristo, nell’esercito il Comandante in capo- entrambi amano di amore uguale tutti i singoli componenti della massa.” In queste due masse si ritrova la stessa condizione che la società persegue, la differenza sta nel fatto che, nella società attuale, il “Comandante in capo” non condivide gli stessi bisogni con la massa e non ama tutti i singoli componenti di amore uguale. Questo fa sì che il riferimento culturale più sentito resti ancora quello religioso: l’uomo può rinunciare alla conoscenza personale consapevole quando si sente amato, condivide gli stessi bisogni e ha fiducia nel Suo Capo. Tuttavia, il perdurare delle masse in questa condizione mette in evidenza che alla massa non è comunque concessa la conoscenza consapevole del proprio Sé; il Sapere, la verità. In ambito religioso il sapere/verità si identifica con Dio e la sua volontà è accettata liberamente dall’uomo, in ambito socio economico il sapere è gestito dalla classe dirigente la quale lo usa per fare della massa uno strumento. La strumentalizzazione della massa dell’attuale società globale, tecnologica, avanzata mentre nell’individuo porta a deficit percettivi cognitivi comportamentali, come più avanti vedremo, in ambito sociale porta alla distribuzione diseguale delle ricchezze, alla mancanza di lavoro, alla povertà, alla discriminazione razziale, al terrorismo. Questo ultimo fenomeno, secondo noi, può essere spiegato prendendo in considerazione proprio il riferimento culturale religioso.

Le due principali confessioni religiose nel mondo sono rappresentate dal Cristianesimo e dalla religione musulmana. Il cattolicesimo da un lato si mostra intransigente a difesa dei dogmi e dei culti tradizionali, dall’altro è aperto ai problemi sociali e al dialogo con le altre religioni e con gli stessi non credenti; il cattolico è propenso a rinunciare al proprio modo di essere per amore del Cristo. La religione musulmana, invece, nella sua continua espansione ha assunto sempre più le forme dell’integralismo e vede la subordinazione del potere civile all’autorità spirituale. I musulmani sono, perciò, intolleranti a qualsiasi imposizione del mondo civile, alla rinuncia del proprio modo di essere percepita come sopruso e strumentalizzazione non solo dell’individuo ma del Supremo; da qui la reazione aggressiva terroristica dei fondamentalisti nelle parti strategiche del pianeta. Il terrorismo sotto questa prospettiva, e nella sua forma più genuina, deve essere considerato una reazione di protesta, contro la strumentalizzazione dell’individuo e/o contro il mondo malato in cui viviamo come direbbe anche Freud, una conseguenza, quindi, di un processo di “sviluppo” parziale, sbagliato che la società tecnologica avanzata porta avanti in modo arrogante, pericoloso e aggiungeremo criminale perché non rispetta i diritti umani.

Riassumendo:

  1. la logica formale che la società attuale incoraggia e adotta nei confronti dell’individuo attraverso la meccanizzazione e i mezzi di comunicazione digitali porta alla strutturazione di un sé dove l’esperienza soggettiva/motoria è notevolmente ridotta, e con essa il ragionamento logico.
  2. l’onda emotiva, punto di forza della strumentalizzazione, viene alterata nella sua percezione dagli stessi mezzi usati per sollecitarla: è unidimensionale, priva di significato e vuota.
  3. La risposta che il soggetto riesce a dare manca di entrambi i principi fondamentali della teoria delle masse che noi abbiamo riformulato: a) (logos) conoscenza consapevole e b) (Eros) motivazione.

 

Alla fine degli anni ’70, Christopher Lasch, storico e critico sociale americano, fa un ritratto molto interessante dell’uomo della società industriale avanzata che corrisponde a quanto da noi illustrato, definendolo narcisista in senso patologico. Egli sostiene che “la cultura del narcisismo si sarebbe sempre più sviluppata in risposta alla nostra devozione servile a mezzi di comunicazione digitali che prosperano su immagini superficiali ignorando sostanza e profondità” 19. Il DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico della APA, American Psychiatric Association) inquadra il disturbo narcisistico di personalità nella cluster B (borderline).20 Riguardo alla eziologia del disturbo c’è sempre stato dibattito e sono emerse posizioni spesso contrastanti. Kohut 21 e Kernberg 22 ne sono un esempio. Kernberg sostiene che alla base ci sia un frazionamento dell’io, delineando un quadro vicino alla psicosi; Kohut non è dello stesso parere. Ciò che comunque mette accordo è che il narcisista non risponde al transfert in psicoanalisi o risponde solo sotto particolari condizioni, come Kohut illustra.

Secondo la nostra teoria il transfert è possibile quando nel soggetto in esame è possibile il passaggio dall’oggettivo al soggettivo sui tre assi direzionali. Nel soggetto narcisista si presenta un quadro particolare che si riscontra anche nelle fasi iniziali di sviluppo del bambino e che normalmente poi viene superato. Secondo la teoria biologica della mente, il narcisista percepisce sé stesso e il mondo esterno in modo sincrono rispetto ai due aspetti dell’energia (e ciò giustifica la posizione di Kohut), ma su un singolo asse in modo unidirezionale (e ciò dà in parte ragione a Kernberg). La percezione del suo spazio interno non è completa. Ciò comporta anche una percezione parziale del sé e del mondo esterno. Le informazioni vanno e ritornano sullo stesso asse, si riflettono su sé stesse, la percezione tridimensionale è impossibile, il ragionamento logico è deficitario. Il bambino-narciso percepisce il suo sé attraverso informazioni visive e uditive che non riescono ancora a

19 Lasch, :1979 Pag.145

20 Gabbard G.O., :2015 pag 425

21Kohut, :1971

22 Kernberg, :197

sincronizzarsi sul sistema di riferimento corpo attraverso la propriocezione. L’adulto narcisista della società industriale avanzata ha subito una involuzione o il suo processo cognitivo, condizionato dalla tecnologia sin dalla sua infanzia, è rimasto alla fase iniziale dello sviluppo. Questa condizione percettiva non gli permette di dare significato allo spostamento tridimensionale dell’energia. Non capisce la storia perché non riesce a cogliere il legame tra passato e presente (starting position by starting position) e quindi non riesce a pianificare il futuro che di conseguenza teme. A causa del mancato passaggio dall’oggettivo al soggettivo non riesce a paragonare le proprie azioni con quelle degli altri e senza il confronto non ha possibilità di valutare le sue azioni e stimare sé stesso. Scarsa autostima e bisogno di essere sostenuto da altri sono infatti le sue caratteristiche. Non comprende emotivamente l’altro (l’onda emozionale è tridimensionale), ha scarsa empatia e tratta gli altri come oggetti, che percepisce in modo deficitario. Si sente onnipotente, senza limiti perché non riesce a fare una stima effettiva della situazione reale che ha di fronte. Per la stessa ragione, non riesce a pianificare la risposta motoria/comportamento in modo consapevole adattivo.

Anche Christopher Lasch nella sua critica alla società attuale mette in evidenza il costante declino delle fondamentali capacità cognitive e lo spreco di talenti della società tecnologica avanzata. “Sempre più spesso la gente scopre di non essere in grado di adoperare la propria lingua con disinvoltura e proprietà, ricostruire gli avvenimenti fondamentali della storia del proprio paese, trarre conclusioni logiche, leggere e capire testi che non siano più che elementari” E ancora continua” molti editori hanno semplificato i libri di testo per assecondare le proteste della nuova generazione di studenti che, svezzati dalla televisione, dal cinema e da ciò che un educatore definisce – le premesse non verbali della nostra cultura – trovano gli attuali libri di testo indecifrabili”.23

Un uomo impoverito nelle sue risorse, con scarsa consapevolezza di sé come sopra descritto, assoggettato dal potere politico della tecnologia, non è in grado di promuovere nessun cambiamento in una società totalitaria e statica. I macchinari si sono sostituiti al lavoro dello uomo, la sovrapproduzione va di pari passo con la disoccupazione. Questa contraddizione mette in evidenza la mancanza di lavoro e le scarse possibilità economiche della massa. Se a questo aggiungiamo la indebolita potenzialità dell’individuo e il modello o stereotipo che la pubblicità e tutti i mezzi di comunicazione possibili propagandano, è possibile cogliere un divario tale tra l’essere, il voler essere e il dover essere che l’uomo della società

23Lasch 1979

industriale avanzata non riuscirà a colmare. Questa sua impotenza darà origine a un comportamento disadattivo e l’uomo cercherà di riempire Il vuoto che l’onda priva di significato genera nel modo a lui più congeniale. La reazione sarà di sopraffazione, di attacco/aggressione o fuga. Depressione, suicidio, alcool, droghe, aggressività riferita all’età, al genere individuale o organizzata o ondate migratorie sono i comportamenti possibili. L’attuale psicologia, inoltre, poiché esclude l’esperienza soggettiva consapevole (il passaggio dell’oggettivo al soggettivo, il transfert) non può prendere in considerazione l’uomo nella sua essenza, il suo sé. Essa si limita all’oggetto, al contesto così come la società tecnologica avanzata propone e vuole. In ultima analisi la psicologia della società attuale, che ancora non può essere considerata una scienza, cerca di sostenere un sé debole, attraverso la persuasione, i farmaci e un uso travisato della conoscenza.

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