Stadi Generali Professione Psicologia – Roma 21-22 giugno 2023
La psicologia si sta organizzando per meglio “adeguarsi” ai bisogni della società attuale. Dopo l’incontro di Firenze: verso un’idea di salute integrata “i sistemi biologici, psicologici e sociali”, è stato organizzato un ulteriore incontro a Roma: “gli stati generali della professione psicologica”.
Seguo molto attentamente questo momento sia come psicologo sia come insegnante, di certo è l’insegnante che prevale in me, ma poiché sembra quasi certo la figura dello psicologo nella scuola sarebbe necessario che insegnante e psicologo lavorassero in parallelo per contribuire allo stesso obiettivo: lo sviluppo cognitivo comportamentale del ragazzo come prevenzione e/o cura al disagio psicologico. Di conseguenza le decisioni prese dal consiglio nazionale dell’ordine sono importanti anche per la scuola.
Purtroppo, come già accennato nel mio precedente articolo pubblicato 6 giugno 2023, nell’affrontare il processo che hanno in comune, la psicologia e la scuola non condividono il punto di partenza; la psicologia parte dall’emozione (top-down), la scuola dalla percezione del sé (bottom-up) e del contesto per arrivare poi, attraverso il passaggio dall’oggettivo al soggettivo ( basi biologiche della coscienza) all’emozione come dimostra la teoria biologica della mente da me pubblicata “la motricità, dall’oggettivo al soggettivo nel processo cognitivo e riabilitativo” (Firenze – 2008).
A questo punto ritengo utile fare una precisazione: Le neuroscienze accettano una teoria sulle emozioni a condizioni però che fornisca una spiegazione delle relazioni intercorrenti tra stati cognitivi e stati fisiologici. (Eric R. Kandell – 2003).
L’attuale psicologia rifiuta e accetta, allo stesso tempo, la mia teoria biologica della mente; cioè: esclude la fase che genera l’emozione, ma accetta il passaggio dall’oggettivo al soggettivo per giustificare la relazione biologico psicologico. Inoltre accetta e applica la teoria dell’attaccamento in cui il soggetto copia/imita e memorizza il comportamento del caregiver in virtù del rapporto di fiducia che ha stabilito con esso; cioè: esclude tutto il percorso che porta alla formazione individuale del sé, così come la teoria dei neuroni specchio esclude la fase che porta all’attivazione di quei neuroni. In pratica toglie al soggetto il suo ruolo decisionale di protagonista e lo relega a semplice spettatore/esecutore. Sullo stesso principio si basa la terapia psicologica attuale e l’intelligenza artificiale.
Sullo sfondo di questo scenario ambiguo è difficile trovare le evidenze scientifiche che possano giustificare le relazioni tra stati cognitivi e stati fisiologici e quindi la presenza della psicologia nell’idea di salute integrata che dovrebbe vedere uniti sistemi biologici, psicologici e sociali. A Firenze (21-22 maggio 2023) ci ha provato cercando la correlazione tra biologico e psicologico attraverso il sistema olfattivo (vedi mio articolo)
L’attuale psicologia sembra avvertire questa gap e, anche in questo meeting, possiamo trovare lo stesso tentativo nel panel delle evidenze scientifiche (Roma 22 giugno 2023). A tale proposito mi preme commentare la diapositiva sotto riportata che ha suscitato in me perplessità e per tale motivo ho fotografato per analizzarla insieme con attenzione.
La diapositiva nella parte alta riporta la scritta: “la solitudine ha effetti significativi sul cervello”. Se però leggiamo la parte inferiore dentro la banda verde si legge che quei dati si riferiscono allo stress subito da un team di ricercatori dopo una lunga esposizione al freddo in Antartide. La ricerca è stata pubblicata su: The new England Journal of Medicine (dicembre 2019).
Il relatore, in accordo con la tradizionale psicologia, ha preso in considerazione il fenomeno/top-down, non la causa e, arbitrariamente, ha assimilato lo stato mentale di solitudine negativa allo stress per lunga esposizione al freddo antartico. Se esaminiamo le cause: lo stress è causato da uno stimolo nocivo esterno/oggettivo: la lunga esposizione al freddo in questo caso, a cui l’organismo umano risponde per difendersi dai cambiamenti climatici dell’ambiente; la solitudine è una condizione mentale soggettiva, che dipende dalla percezione del sé, dall’autostima, dalla percezione delle relazioni e può essere negativa o positiva.
Pertanto le evidenze scientifiche che il relatore è andato a cercare nella diapositiva sopra riportata sono improprie, arbitrarie e non solo, di certo non giustificano l’evidenza scientifica che intendeva dimostrare. Ancora una volta l’attuale psicologia non riesce a dimostrare scientificamente la relazione biologico psicologico pertanto non può essere considerata una scienza e come tale non può rientrare nell’idea di salute integrata e tanto meno nella scuola come sistema sociale.
Le domande che possiamo porci allora:
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Perché L’attuale psicologia rifiuta la fase bottom-up della teoria biologica della mente. Essa per la prima volta, dimostra le basi biologiche della coscienza e quindi la correlazione tra biologico e psicologico; è utilizzata nella riabilitazione robotica anche se la sua maternità è silente; io sono l’autrice.
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Quali sono i danni per l’utenza? in ambito clinico impedisce un recupero efficace e duraturo del disturbo psicologico del paziente, in ambito scolastico disturba il processo della struttura del sé contribuendo alla formazione di un individuo fragile facilmente influenzabile in ultima analisi contribuisce e facilita la strada al disagio psicologico che invece dovrebbe prevenire.
- Quali sono gli ostacoli per la ricerca? La scoperta delle cause dell’Autismo, per esempio. (vedi il mio intervento in New York 10-11 aprile 2023).
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Quali sono i vantaggi? I vantaggi possono essere solo di origine politica, di una politica miope che guarda al profitto per trovare pochi ostacoli sulla strada del potere.
Ancora un’osservazione devo fare nel meeting di Roma 21-22 giugno si è parlato anche del codice deontologico dello psicologo. Tra i quattro principi etici da osservare viene nominato per primo: ”rispetto e promozione dei diritti e della dignità delle persone e degli animali”. In particolare lo psicologo opera per la promozione della libertà, dell’autonomia e del benessere psicologico, nel rispetto della soggettività di ciascuna persona, gruppo o comunità”.
Per quanto sopra argomentato il comportamento suggerito allo psicologo non può essere definito né scientifico né etico. Per questo sostengo che una psicologia così intesa è pericolosa sia nella scuola che nella società.
Nota Bene: persone e animali hanno la stessa dignità secondo il codice deontologico dello psicologo.