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Sistemi Biologici, Psicologici e Sociali verso un’idea di salute integrata.

Sistemi Biologici, Psicologici e Sociali verso un’idea di salute integrata.

Ho partecipato con grande interesse al convegno organizzato dall’Ordine degli Psicologi della Toscana insieme al CNOP e SIPNEI. Ero molto curiosa di sapere come i sistemi biologici, psicologici e sociali venivano messi in correlazione per meglio rispondere ai bisogni/salute mentale della società attuale. In particolare, il previsto intervento di Giacomo Rizzolatti, in persona, sui neuroni specchio mi incuriosiva enormemente.

Il convegno si apre con la relazione di un filosofo della scienza: “Come la psiche e la biologia si influenzano reciprocamente e come questa evidenza cambia la medicina e la psicologia”. É bene specificare che Evidenza è qualcosa di fenomenico non di scientifico. È anche opportuno leggere l’articolo: “Nuovo marker per la diagnosi precoce dell’autismo…” sul sito www.albabernardini.it, dove è illustrata l teoria biologiche della mente.

A convegno concluso posso fare una riflessione amara e dolorosa perché dietro a parole che promettono speranza e cambiamento, c’è una premessa di fondo impropria e una evidenza che, in quanto tale non può giustificare la premessa. Questo fa si che tutto resti uguale per l’utente, anzi impedisce alla psicologia di diventare scienza e quindi di essere efficace nei suoi interventi. In pratica, un paradosso se si considera che il convegno è stato organizzato dall’ordine degli psicologi della Toscana e dal Consiglio Nazionale dello stesso Ordine CNOP a sostegno della salute mentale.

Quale è la premessa di fondo impropria?

La premessa impropria è il considerare i neuroni specchio come base neurale per capire gli altri. Sarebbe più appropriato dire per imitare gli altri proprio come lo specchio rimanda l’immagine e/o azione. La fase essenziale del processo mentale che costruisce le basi, per capire prima sé stessi per poi capire gli altri, invece, è quella che anticipa e rende possibile l’attivazione dei neuroni specchio. Essa permette di strutturare percorsi e dare origine, poi, ad azioni e comportamenti propri, indipendenti che possono o no essere imitati. Questa è la fase del processo mentale su cui ora si potrebbe intervenire (se ce lo permettessero) per educare e/o rieducare i disturbi motori-cognitivi-comportamentali a salvaguardia della salute mentale, grazie alla ricerca fatta da Alba Bernardini che è riuscita a trovare le basi biologiche della coscienza e la correlazione tra biologico e psicologico; cioè: tra mente e corpo: “La motricità; dall’oggettivo al soggettivo nel processo cognitivo e riabilitativo” La Giuntina- Firenze- (2008). (www.albabernardini.it) e rendere l’evidenza scienza.

I neuroni specchio, invece, sono il frutto di ricerca tramite neuro immagine del tutto incapace a rilevare il processo che costruisce il sé e anticipa la loro attivazione/fairing (sono il fenomeno), quindi, incapace anche di giustificare la stretta correlazione tra biologico e psicologico, tra mente e corpo, per questo il “filosofo” parla di evidenza.

Questo modo tradizionale di interpretare il processo mentale che parte dal fenomeno non dalla causa non può fare della psicologia una scienza. Su che cosa allora si basa l’intervento di cura del “paziente”? Conseguentemente al convegno in oggetto, oltre al tradizionale trattamento, l’intervento si dovrebbe basare sull’analisi della raccolta dati, fatta su ampia scala elaborati da sistemi computerizzati incrociando informazioni di origine biologica, psicologica e sociale. Poiché si vuole misconoscere la costruzione del sé, la soggettività, si attribuisce al CONNETTOMA le capacità di far accendere i neuroni specchio; un anonimo framework assimilato a reti elettriche artificiali.

L’idea di salute integrata richiede, però, che i sistemi in esame abbiano in comune dati scientifici da poter condividere e questi possono essere offerti proprio dalla biologia; fondamentale quindi è il legame biologico-psicologico, però, non quello dato dall’evidenza del filosofo, ma dalla ricerca scientifica di Alba Bernardini. Per tale motivo giustificata e preziosa è la presenza al convegno della SIPNEI.

Come si può mettere, allora, in relazione dati di discipline scientifiche con la psicologia che scienza, al momento, non è? A tal proposito riporto, come esempio, un intervento che mi ha colpito. In particolare, il modo in cui ricercatori di importanti università possano giustificare la relazione dei loro studi con quelli della tradizionale psicologia per poterla introdurre nel loro framework. Tradizionalmente la psiche è definita come un soffio, un respiro (come si fa a pensare a una scienza in questi termini?) L’intervento che illustro brevemente, è avvenuto subito dopo la pausa pranzo, l’odience era forse affaticata dalla digestione e il relatore ha portato a termine la relazione con una cadenza della parola velocissima come per arrivare prima possibile alla conclusione in cui forse neppurre lui credeva. Tuttavia sono riuscita a seguire; il relatore ha preso ad esempio il sistema olfattivo per mettere in relazione il respiro e la coscienza. Per gli addetti ai lavori, si sa che il sistema olfattivo è l’unico sistema sensoriale che non invia informazioni al Talamo e che la distinzione degli odori avviene solo in conseguenza ai componenti chimici della sostanza processati dal bulbo olfattivo localizzato sotto la corteccia frontale. Le frequenze conseguenti alla risposta del bulbo olfattivo, sempre secondo il relatore, vengono registrate e poi inviate alla regione posteriore del cortex da sistemi computerizzati, così da giustificare la relazione respiro-coscienza.

CONCLUDENDO: da una parte, si nega la costruzione del sé, si toglie alla psicologia la possibilità di giustificare le basi biologiche della coscienza, di diventare scienza; dall’altra si cerca di trovare la scientificità della psicologia, attraverso artifici come l’intervento sopra riportato per arrivare a 1)- ridurre il comportamento umano il più possibile simile a un sistema computerizzato gestito dall’esterno, 2)- coinvolgere la psicologia in un sistema integrato basato sull’analisi di dati invece che sulla unicità individuale. Il tutto sotto l’apparente obiettivo di mettere la “persona” al centro per la promozione di una “salute” integrata. In ultima analisi, se non viene accettata la teoria biologica della mente, tra l’altro già applicata con successo nella riabilitazione robotica, la psicologia non può essere parte di un sistema integrato scientificamente definito.

Va oltretutto considerato che gli obiettivi del convegno erano: informazione, formazione e promozione della salute integrata con conferimento di ECM; cioè si sono costretti i partecipanti a “formarsi” su basi dettate da una politica miope piuttosto che dalla scienza, nonostante ci si trovi di fronte a una realtà fattuale innegabile nella sua tragica fragilità di salute mentale in particolare delle giovani generazioni, mentre i professionisti sanitari sono aggrediti dai loro stessi pazienti.

Un’ultima osservazione devo fare in quanto insegnante oltre che psicologa in relazione ai sistemi sociali; in che modo può essere di aiuto una psicologia così intesa in un contesto scolastico dove si nega la costruzione del sé ai ragazzi e si toglie autorevolezza al docente? La nostra società dove sta andando?

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