La Scuola dell’Assurdo

Un saggio è dedicato a tutti coloro che si domandano perché la scuola sia impotente di fronte alla povertà cognitiva e al disagio psicologico dei nostri ragazzi.

 

L’autrice ha insegnato per oltre trenta anni (1969-2002) nella scuola di primo e secondo grado. In questo arco di tempo ha assistito al suo continuo decadimento iniziato conseguentemente alla legge 517 del 1977 con l’introduzione dei ragazzi con difficoltà di apprendimento nel corso normale di studi senza un adeguato supporto. Per trovare una strategia utile ha elaborato un nuovo metodo educativo e/o rieducativo suggerito dalla correlazione tra abilità matematiche e abilità coordinativo-motorie osservata nei suoi alunni.

 

Una ricerca originale

 

La ricerca originale e libera dell’autrice, è sfuggita alle direttive della comunità scientifica internazionale impegnata, invece, ad assimilare la mente umana al software di un computer; è riuscita, tuttavia, a correlare biologia e coscienza, processo cognitivo e processo psicologico. Le leggi che governano il processo cognitivo sono state individuate. La scuola assume importanza fondamentale nella formazione dell’individuo che diventa il punto di riferimento e misura di tutte le cose.

 

Al momento della sua pubblicazione, però, la ricerca dell’insegnante è stata
misconosciuta e usata, invece, per sviluppare e perfezionare il software di un computer assimilato alla mente umana. In tal modo la tecnologia, ha avuto un forte sviluppo, e la mente umana sempre più è stata educata come se fosse un software da gestire e programmare tenendo fuori la coscienza (uomo oggetto).

 

“I nostri ragazzi sotto l’influenza di attrezzi tecnologici sempre più mostrano difficoltà nel ragionamento logico matematico e risposte disadatte e violente.”

 

Questo saggio mette in evidenza come la decisione di escludere la coscienza dal processo cognitivo, da una parte, giustifichi la legge 517/1977 e, dall’altra, come sia pericolosa e responsabile per la struttura di un sé tipica dei soggetti violenti e no gifted. Poiché individuo e società condividono lo stesso processo, come dimostra la ricerca dell’autrice, la decisione ha contribuito allo sviluppo dell’attuale crisi sociale, economica e sanitaria mondiale più grave di tutti i tempi. Allo stesso tempo, non permette alla psicologia di diventare scienza, alla scuola di educare e rieducare ostacolando, quindi il diritto alla studio e alla salute.

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