La nuova teoria della mente di Alba Bernardini
Nella vita giornaliera c’è una continua relazione tra l’ambiente interno e l’ambiente esterno, cioè, tra la mappe corporee e le mappe del campo visivo. Dalla loro interrelazione scaturiscono conoscenze che determinano le decisioni da prendere. Queste ultime sono mostrate per mezzo di comportamenti motori
L’esperimento che illustreremo inseguito, prova che il corpo è il punto di riferimento e la costante fondamentale per percepire lo spazio esterno che, di conseguenza, viene percepito in relazione a come noi siamo in grado di percepire il nostro corpo: propriocezione). Noi useremo sempre questo ultimo termine per chiarezza espositiva, ma, poiché la propriocezione è strettamente correlata al mondo psichico, affettivo ed emozionale del corpo stesso, come in seguito vedremo, esso può essere inteso anche come esperienza motoria o motricità.
Abbiamo visto che i gamma motor neurons degli intra-fusal fibers e i recettori degli organi tendinei del Golgi forniscono afferenti informazioni sulla lunghezza e la tensione del muscolo al livello medio del controllo motorio. relativi alla posizione del corpo e delle sue parti nello spazio (propriocezione)
Perché è fondamentale essere consapevoli della propriocezione? Quando una generale intenzione di cominciare un movimento è generata ai livelli più alti della gerarchia del controllo motorio, i neuroni del livello medio della gerarchia ricevono inputs dai “command neurons” e simultaneamente ricevono informazioni afferenti circa la “starting position” delle parti del corpo che stanno per ricevere un comando motorio
Ulteriori afferenti informazioni circa lo spazio extrapersonale o campo visivo nel quale il movimento dovrà realizzarsi sono fornite dalla vista alla primary visual cortex e alla area 7 di Brodmann nel somatosensory cortex. .(pag.317 Human Phisysiology).
Tutto questo mette in evidenza che il comportamento motorio, che è conseguente alla intenzione, per poter essere pianificato ha bisogno: 1)della consapevolezza della “starting position”, perché il movimento intenzionale sarà pianificato rispetto alle afferenti informazioni che la propriocezione fornisce; 2) delle afferenti informazioni circa lo spazio extrapersonale o campo visivo nel quale il movimento dovrà realizzarsi 3) e, quindi, della necessaria correlazione tra la mappa corporea (spazio interno) e la mappa visiva (spazio esterno).
Fino ad ora la ricerca ha investigato su tutto quello che viene dallo spazio esterno ed entra in contatto con i nostri recettori sensoriali. Ha considerato il corpo, inteso come apparato locomotore, solo come un esecutore di già pianificati movimenti comandati dai più alti centri; cioè come un esecutore di informazioni efferenti. In questo modo, l’apparato locomotore è stato considerato al limite del processo cognitivo perché non porta nessuna afferente informazione dallo spazio esterno.
Secondo noi, questo orientamento ha trascurato un punto fondamentale; perché l’apparato locomotore porta anche afferenti informazioni circa lo spazio interno (propriocezione), come appena visto e proprio l’informazione dello spazio interno, che deve correlarsi a quello esterno, rende possibile la percezione di questo ultimo.
IL PROCESSO COGNITIVO
Come la psicologia cognitiva afferma, il processo cognitivo è un processo mentale che nasce dalla elaborazione dello stimolo che viene dallo spazio esterno trasportato dalle vie percettive per dare una risposta a immediati bisogni. Alla luce della nostra ricerca, dobbiamo anche aggiungere: il processo cognitivo è un processo mentale che nasce dalla elaborazione degli stimoli che vengono dallo spazio esterno ed interno….
Prendiamo il processo cognitivo nel suo più elementare stato. Possiamo dire che l’informazione della starting position, l’elaborazione dell’informazione dai centri più alti del controllo motorio e la pianificazione della conseguente starting position, è la forma più elementare del processo cognitivo. Anche se è un processo dinamico e ogni starting position è causa delle precedente e determina la seguente, può essere suddiviso in tre fasi;
1 ) acquisire informazioni per mezzo dei recettori sensoriali,
2 ) elaborare informazioni per mezzo delle zone associative del cortex,
3 ) pianificare una risposta rispetto alle informazioni acquisite e a quelle conservate in memoria per mezzo di un atto motorio.
NUOVA TEORIA DELLA MENTE
I risultati del nostro esperimento e la discussione sulla nostra ricerca ci portano a concludere che l’elaborazione dello stimolo e quindi il processo percettivo-cognitivo non è altro che l’abilità a percepire e memorizzare la tridimensionalità del movimento che l’energia genera durante il suo spostamento nello spazio nell’unità di tempo secondo due punti di vista e di applicazione della forza opposti che ruotano intorno ad un punto di origine (centro di gravità dell’oggetto, del corpo e dei suoi segmenti) definito dalle informazioni ipsilaterali del punto di fissazione e di applicazione della forza con un angolo di 360°; da sinistra verso destra in alto e in basso e viceversa rispetto ai tre assi di orientamento.
Il nostro lavoro ci fornisce, ora, elementi sufficienti a formulare una teoria sul processo percettivo cognitivo visto sotto una nuova prospettiva Essa si basa su processi e ordinamenti che avvengono nel mondo fisico e perciò scientifici. Integra la teoria quantistica e corpuscolare della fisica moderna sul movimento (Planck e Heistein) e la teoria della selezione di gruppi neurali (TNGS) di Edelman, assume come vera la differenza emisferica nella elaborazione dello stimolo di Sargent e la teoria elettro-fisiologica di Llinas. Sulla base di questi principi e di quelli che andremo, ora, ad elencare riesce a riconciliare la varietà strutturale e funzionale del cervello con la necessità di spiegare come procede alla, memorizzazione, codifica e trascrizione delle informazioni. Spiega come i processi fisiologici sono correlati a quelli psicologici e riduce i processi percettivi motori cognitivi ad un unico e solo item in virtù del passaggio dall’oggettivo al soggettivo.
(Primo principio) – L’assunzione di base è che nel processo percettivo due corpi che generano energia e producono movimento nello spazio esterno sono in correlazione: il corpo del soggetto (spazio interno) e l’oggetto. Il S N è informato sulla energia impiegata, sull’angolo, la direzione e la localizzazione della sua applicazione (proprioception) per generare uno spostamento del corpo e dei suoi segmenti, nello spazio esterno. La modalità visiva fornisce informazioni sull’energia dell’oggetto e sul suo spostamento nello spazio esterno. Due mappe sono, perciò, presenti a livello nervoso: mappa visiva e mappa somato-sensitiva. Lo spostamento è mappato, quindi, su percorsi neurali o immagini spaziali che si sviluppano lungo assi di orientamento relativi alle loro inclinazioni e ai loro punti di origine con punto di riferimento sul corpo
(Secondo principio) – L’energia del corpo e dell’oggetto e i conseguenti spostamenti nello spazio è elaborata dal S N nell’unità di tempo come se fosse un unico tipo di energia (transduction mechanism ) e con lo stesso linguaggio (action e graded potentials) è perciò possibile metterli in correlazione e stabilire un comune parametro di riferimento perché ogni rapporto sia vautabile, la propriocezione appunto
(Terzo principio) – Il corpo (soggetto) si identifica con l’oggetto, lo spazio esterno è valutato in rapporto a quello interno, il processo motorio si identifica con il processo percettivo cognitivo e quello che è oggettivo diventa soggettivo
(Quarto principio). – Il S N si trova, così, ad elaborare con un unico processo le informazioni a cui l’energia dei due corpi dà origine nell’unità di tempo per compiere uno spostamento nello spazio. Perché ciò sia possibile sono necessarie due condizioni: 1) l’allineamento, il sincronismo dell’informazioni della mappa somato-sensitiva e visiva e 2) l’elaborazione sincrona delle loro frequenze spaziali e temporali che caratterizzano le azioni potenziali evocate dall’energia nel determinare il suo spostamento.
(Quinto principio) – Il S N è, infatti, “attrezzato” per elaborare separatamente i due tipi di frequenze: RH elabora le frequenze spaziali, LH quelle temporali (Sergent). A livello bulbare la maggior parte delle informazioni somato-sensitive di ciascun lato del corpo si incrocia, si ribalta sopra-sotto e passa contro-laterale. Per cui ogni emisfero elabora le frequenze di cui ha la competenza di un solo lato del corpo e solo quelle sincrone alle corrispondenti contro-laterali diventano consce e sono memorizzate e codificate. Gli stessi ribaltamenti e la stessa elaborazione incrociata capovolta e separata avviene nel chiasma ottico alle informazioni dello spazio esterno (mappa visiva) che si allineano a quelle somatosensitive nel culliculo superiore. La fase afferente delle informazioni terminerà quindi, secondo la nostra teoria, con un percorso neurale definito dalla successione temporale dell’energia in LH (corpuscolare sequenziale riferito alla parte destra del corpo) e con un percorso neurale corrispondente, definito dalle frequenze spaziali a cui la successione temporale di quella stessa energia ha dato origine nell’unità di tempo (ondulatorio riferito alla parte sinistra del corpo), in RH. ). Né l’uno né l’altro percorso neurale è, però, completo (teoria sul movimento dell’energia) né sufficiente, perciò, a definire l’informazione. Il SN ha, così, elaborato lo stimolo e ha memorizzato e codificato i suoi elementi: due percorsi neurali complementari, le frequenze spaziali e le frequenze temporali
(Sesto principio). Proprio perché indefiniti, stereotipati, astratti e generalizzati, questi elementi permettono una indefinita possibilità di trascrizione nella risposta in conseguenza all’intenzionalità. In fase di risposta, quindi, sarà sufficiente intuire il percorso neurale comune e sincrono ai due emisferi e sulle sue frequenze trascrivere quelle spaziali, fornite da RH, e quelle temporali, fornite da LH, necessarie a produrre l’inteso spostamento. Il corpo calloso permetterà questo scambio di informazioni tra i due emisferi perché i due tipi di frequenze si ribaltino lungo l’asse verticale e orizzontale (a specchio e sopra-sotto) per prendere posto ordinatamente sul percorso neurale come in una copia di carta carbone. L’informazione (la risposta), ricostruita con un percorso inverso, e completa nei suoi elementi è invita ai centri periferici.
Il sincronismo è quindi fondamentale nel processo percettivo-cognitivo-motorio e dipende dalla ripetitività dell’esperienza motoria che porta a selezionare il percorso neurale più vantaggioso, (TNGS di Edelman) consentito da determinati neuro-trasmettitori che velocizzano gli scambi sinaptici e li sincronizzano per rientrare nell’unità di tempo necessaria a far parte di quella informazione ( teoria elettro-fisiologica di Llinas).
(Settimo principio) Il percorso neurale selezionato e i neuro trasmettitori che lo determinano, cioè il suo ritmo, è “registrato” in entrata nel tronco dell’encefalo (reticular formation) cervelletto e talamo e inviato al cortex .per la sua elaborazione. Il reticular activating system (RAS), che nella reticular formation trova origine, in virtù delle sue connessioni con hedonic centers, nuclei della base, ippocampo che circonda il corpo calloso, in fase di risposta, permette di sincronizzare, sul ritmo registrato in entrata, le frequenze spaziali e temporali utili al percorso neurale memorizzato e intuito che è inviato al midollo spinale. In uscita queste informazioni sono, di nuovo, in connessione con il cervelletto. “ c’è una considerevole interazione tra le vie nervose che salgono al cortex e quelle che scendono al midollo spinale e al cervelletto” (Human Physiology pag.192). Secondo noi, è la “coactivation” per modificare con informazioni a feed-back e a feed-forward il percorso neurale in uscita rispetto a quello in entrata.
Le connessioni del RAS con hedonic centers può spiegare anche come i processi fisiologici siano correlati a quelli psicologici e come, per esempio, una forte emozione causi una amnesia momentanea o come il non poter programmare una risposta motoria in tempo possa creare, panico o ansia e ancora come una determinata composizione musicale possa favorire il sincronismo delle informazioni.
Continua la lettura
Effettua la registrazione per continuare la lettura. Se sei già registrato accedi: