ANSIA nei DSA
Mi è capitato di ascoltare un reel della psicologa e docente Daniela Lucangeli relativo all’origine dell’ansia.
Oltre alla sua spiegazione essa ha fatto riferimento alla responsabilità della scuola relativamente allo stato emotivo del ragazzo.
A questo punto mi sono sentita chiamata in causa e spinta a scrivere quanto segue. Mi riconosco di essere una persona ansiosa perciò mi resta abbastanza semplice rispondere alla domanda: “perché entriamo in ansia?”
L’ho sperimentato più volte e la risposta è sempre la stessa: “entriamo in ansia quando non si conosce ciò che ci aspetta; cioè ci manca la conoscenza utile a prevedere e pianificare una risposta a cui la situazione nuova ci pone di fronte”.
Se spostiamo in ambito scolastico educativo la stessa situazione significa che il ragazzo entra in ansia perché gli manca il bagaglio di conoscenze e quindi la capacità di organizzarle per una risposta utile alla richiesta dell’insegnante. Che cosa deve fare il docente? Secondo la Dot. Lucangeli gli insegnanti/la scuola mette troppi “semafori rossi” che contribuiscono ad accrescere lo stato ansioso; cioè: la scuola è inadeguata. D’accordo, ma questo non è sufficiente (vedi” la scuola dell’assurdo: psicologia e potere”; la Dot Lucangeli sembra non tenere conto dei possibili deficit cognitivi e/o disturbi specifici di apprendimento del ragazzo (DSA). Come tutta la ricerca tradizionale, essa considera il contesto esterno/oggettivo ma sembra trascurare lo stato soggettivo del ragazzo, la loro interazione (passaggio dall’oggettivo al soggettivo) e il fatto che cognitivo e psicologico sono strettamente correlati.
Vorrei chiedere alla Dot. Lucangeli se è per togliere “i semafori rossi” che il Comitato Tecnico Scientifico CTS di cui Lei, insieme a Stella Giacomo, ha fatto parte per ben 2 volte 2010 e 2020,
ha ritenuto utile e confermato l’uso di tablet, e computer/smartphone attrezzi compensativi e dispensativi a loro supporto.
La teoria biologica della mente di Alba Bernardini scientificamente dimostra che l’uso abuso di attrezzi tecnologici origina disturbi specifici di apprendimento (DSA) e/o ansia.
Sotto questa prospettiva quindi, l’ansia del ragazzo non viene alimentata tanto dagli insegnanti quanto piuttosto da chi sostiene leggi senza un supporto scientifico e a quelle leggi costringe il corpo docente.