Il Burnout
La mancanza di coscienza (l’impossibilità del passaggio dall’oggettivo al soggettivo), “il fuori tempo” a cui la società tecnologica avanzata dà origine, è causa anche del bornout. E’ diventato un fenomeno di significato globale e la sua crescita va di pari passo con lo sviluppo della società tecnologica avanzata1.
In ultima analisi, questa società incrementa i profitti ma spinge i suoi componenti verso comportamenti patologici. Essa sottopone anche a forte stress gli operatori che si occupano delle professioni di aiuto diventando loro stessi bisognosi di aiuto; la società a una dimensione di Marcuse. Poiché, al momento, le basi biologiche della coscienza (passaggio dall’oggettivo al soggettivo) sono accettate solo nella teoria per la produzione di macchine robotiche ma non nell’applicazione pratica a beneficio dell’individuo, si pretenderebbe di recuperare i deficit delle persone in difficoltà senza recuperare questo passaggio fondamentale. La sua omissione rende impossibile qualsiasi effettivo recupero. Terapeuta e paziente non riescono a comunicare, manca il passaggio dall’oggettivo al soggettivo, il transfert, essi parlano due lingue diverse. Questa situazione in aggiunta all’influenza che la società tecnologica avanzata ha anche sul terapeuta, porta alla sintomatologia che caratterizza il burnout:
a) esaurimento emotivo/perdita della motivazione,
b) perdita di energia,
c) perdita del senso del valore del proprio lavoro; in ultima analisi depressione.
Affinché il mondo non sia popolato da generazioni di “idioti” come lo stesso Eistein temeva se la tecnologia andasse oltre l’umanità, l’individuo ha bisogno di ritrovare sé stesso, la sua consapevolezza, per vivere appieno la sua vita e trasformare la società in cui vive.
Per affrontare il burnout, educazione e rieducazione sono i percorsi da seguire in accordo con la teoria biologica della mente di Alba Bernardini.